CREDITO D’IMPOSTA PER GLI INVESTIMENTI NEL MEZZOGIORNO – PON IC (Imprese e Competitività) – 2014/2020 FESR

Valido fino al 31/12/2022

La legge di stabilità 2016 ha istituito a decorrere dal 1° gennaio 2016 ed in seguito ampliata fino al 31 dicembre 2022, un credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nelle regioni del Mezzogiorno (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo). L’agevolazione è stata estesa anche alle imprese localizzate nei Comuni delle Regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo, colpiti dal sisma in Centro Italia.

L’Agenzia delle entrate, previa verifica dei dati dichiarati nella comunicazione, trasmette alle imprese il provvedimento di autorizzazione alla fruizione del credito d’imposta.

Possono beneficiare del credito d’imposta PON (Programma Operativo Nazionale), le PMI che hanno ricevuto da parte dell’Agenzia delle Entrate l’autorizzazione alla fruizione del credito di imposta in relazione a progetti di investimento riguardanti l’acquisizione di beni strumentali nuovi e rispondenti agli specifici criteri di ammissibilità definiti dall’art. 4 del decreto ministeriale 29 luglio 2016 e relativi a:

  • ammontare minimo dell’investimento (500 mila euro);
  • esclusione delle sole attività economiche del settore agricoltura, silvicoltura e pesca;
  • localizzazione nelle regioni meno sviluppate o in quelle in transizione;
  • riconducibilità degli investimenti agli ambiti applicativi della Strategia nazionale di specializzazione intelligente.

I progetti di investimento delle PMI del Mezzogiorno che soddisfano i predetti criteri di ammissibilità sono sottoposti ad apposita istruttoria da parte della Direzione generale per gli incentivi alle imprese, che ne valuta la co-finanziabilità con le risorse del PON Imprese e Competitività.

Segue, per le diverse tipologie di aziende, la quantificazione della misura massima del credito di imposta:

  • 45% per le piccole imprese;
  • 35% per le medie imprese;
  • 25% per le grandi imprese.

Cambiano, però, le percentuali per Molise e Abruzzo:

  • 30% per le piccole imprese;
  • 20% per le medie imprese;
  • 10% per le grandi imprese.

Ultimi chiarimenti sul Bonus Sud

– Il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive, non porti al superamento del costo sostenuto.

– Sono ammessi all’agevolazione i beni strumentali coerenti con l’attività esercitata dall’impresa beneficiaria del credito d’imposta, ovvero che devono “essere di uso durevole ed atti ad essere impiegati come strumenti di produzione, all’interno del processo produttivo dell’impresa

– Gli investimenti in macchinari informatizzati accedono al bonus Sud, anche se i beni sono utilizzati al di fuori della zona agevolata dove è ubicato lo stabilimento centrale, in quanto hanno comunque la finalità di incrementare la capacità produttiva e l’efficienza dello stesso stabilimento.

– Un altro recente chiarimento spiega che quando la struttura produttiva sulla quale sono stati effettuati investimenti che hanno dato diritto all’agevolazione viene trasferita insieme ai beni scontati, prima del quinto periodo d’imposta successivo a quello in cui sono entrati in funzione, in un altro luogo comunque agevolato, l’incentivo non si ricalcola.

– Inoltre, viene definita una norma mirata ad aggirare il pericolo che i beni agevolabili siano distolti dalle strutture produttive che hanno dato diritto all’agevolazione per essere destinati a operare in territori diversi dalle zone assistite.  

– Il credito di imposta per investimenti nel Mezzogiorno non decade se i beni agevolati non vengono dismessi o ceduti a terzi, ma restano parte integrante dell’azienda che viene affidata in gestione ad un soggetto terzo tramite contratto di affitto.

– In caso di traslazione integrale o parziale degli investimenti originariamente programmati – specifica il Fisco – la presentazione di una comunicazione di rettifica comporta la rideterminazione degli anni in cui il credito d’imposta è da considerarsi fruibile, con effetti indiretti sulle previsioni di spesa, ma senza incidere sul diritto alla fruizione del credito, che resta subordinato all’effettivo realizzo degli investimenti. 

– In particolare, il Fisco ha evidenziato come l’attribuzione ai soci del credito maturato in capo alla società non configura un’ipotesi di cessione del credito d’imposta, ma ne costituisce una particolare forma di utilizzo.